Fraternità e religione
L’intervento del patriarca Sako al terzo incontro cattolico sciita
Sotto lo slogan “Vieni a una parola comune”
Najaf – Iraq 8 marzo 2023
Grazie agli organizzatori di questo incontro della Fondazione Sant’Egidio e della Fondazione Khoei dal titolo “Cattolici e sciiti per affrontare il futuro”
La fraternità ha una dimensione umana e spirituale, tesa a vivere insieme in pace, lontano dall’inimicizia, dalla violenza e dalla paura.
La fratellanza è una relazione umana, spirituale e sociale tra membri della stessa famiglia in termini di parentela di sangue o parentela morale. Questa relazione dovrebbe essere solida e intima, cioè il fratello deve provare sentimenti per suo fratello e sostenerlo, beneficiarlo e non danneggiarlo (come fece Caino con suo fratello Abele).
La fratellanza umana richiede di riconoscere l’altro come fratello e non come avversario o nemico, accettandolo con amore e rispettando il suo diritto a vivere in dignità, libertà, sicurezza e felicità. I fratelli sono, infatti, la nostra identità.
Nella creazione
Dio creò il primo uomo Adamo ed Eva ed essi ebbero diversi figli e figlie, che sono fratelli e sorelle l’uno per l’altro, quindi la prima famiglia è in tutte le religioni (nonno e nonna). Siamo fratelli nella creazione con la stessa dignità e gli stessi diritti. La fraternità à una caratteristica innata e una disposizione morale, e una grazia di Dio che è apprezzata da coloro che vivono queste realtà. Dio ci ha posto sulla terra, ma per trasformarla in un paradiso e in un ambiente in cui viviamo come fratelli e sorelle con abbondanza, dignità e gioia.
Nella fede
Tutti noi crediamo in un solo Dio, il creatore di tutto, che ci giudicherà sull’amore e non secondo le nostre religioni. Dio di amore e misericordia in virtù della creazione è Padre. Tutti gli uomini sono suoi figli e fratelli gli uni per gli altri. Questa è la regola spirituale della fraternità universale. La religione, d’altra parte, è l’espressione di questa fede nei riti, nelle leggi e in un pensiero diverso che dovrebbe essere rispettato.
Il ruolo della Bibbia
- L’Antico Testamento e il Vangelo
Dei Dieci Comandamenti di Dio, quattro si riferiscono al riconoscimento e all’adorazione di Dio, e i restanti sei sottolineano le relazioni fraterne: Onora tuo padre e tua madre, non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non rendere falsa testimonianza, non desiderare i beni altrui (Esodo cap. 20).
Il libro dei Salmi dichiara la gioia dei fratelli: “Ecco quanto è buono e soave che i fratelli vivano insieme (Salmo 133,1).
Nell’insegnamento di Cristo (il Vangelo), l’amore per i fratelli è universale, ossia ogni uomo è fratello o sorella “è un parente”, sia amico o nemico, che deve essere rispettato e aiutato. Gesù sottolinea che siamo tutti fratelli uguali: «Voi tutti siete fratelli» (Mt 23,8). L’amore da lui predicato era riassunto in questo comandamento: «Ama il prossimo tuo come te stesso» (Mt 22,39). L’apostolo Giovanni dice: “Chi sta nell’amore, dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Gv 4,16). “Chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello” (1 Gv 3,10).
Il cristianesimo proibisce la vendetta: Gesù dice: “Amate i vostri nemici. Benedite coloro che ti maledicono. Fate del bene a coloro che vi odiano e pregate per coloro che vi offendono» (Mt 5,44). Va oltre: «Perdona settanta volte tuo fratello» (Mt 18,21), intendendo che la violenza e il crimine non possono essere attribuiti sulla base della religione. Certamente, “alcuni” cristiani non applicano questo, anche se è il comandamento di Cristo.
Il messaggio enciclico di Papa Francesco “Siamo tutti fratelli” del 4/10/2020 è arrivato in seguito alla diffusione dell’epidemia Corona, per richiamare nuovamente alla fraternità, all’amicizia e alla solidarietà fraterna, perché la religione è un rapporto di reciprocità. Gesù dice: “Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” (Lc 6,31). Il vero amore è “piangere con quelli che sono nel pianto e rallegrarsi con quelli che sono nella gioia” (Rm 12,15).
Lo slogan della visita del Papa in Iraq dal 5 all’8 marzo 2021, che abbiamo preparato nel Patriarcato, è stato: “Siete tutti fratelli”, fratelli diversi. Diversità, unità e pace. La visita di Papa Francesco nei paesi arabi musulmani: Giordania, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Iraq e Bahrein, è venuta a rafforzare questa fratellanza tra noi.
Nel suo discorso nell’antica città di Ur, Sua Santità ha denunciato lo sfruttamento della religione per fini malvagi: “La più grande offesa e bestemmia è profanare il santo nome di Dio odiando i nostri fratelli. L’ostilità, l’estremismo e la violenza non provengono da un’anima religiosa (credente). Tutto è un tradimento della religione”.
2.Il Corano
Il Corano menziona che i credenti in Dio sono fratelli: “Ma i credenti sono fratelli: ristabilite la concordia tra i vostri fratelli e temete Dio. Forse vi sarà usata misericordia” (Surah 49 Le stanze intime 10).
Anas bin Malik cita dal Profeta questo bellissimo hadith: “Tutte le creature sono figli di Dio Onnipotente: la creatura più amata da Lui è la più benefica ai membri della sua famiglia” e “la persona migliore è la più benefica alle persone”.
L’Imam Ali) ha un detto noto: “Le persone sono di due specie: o tuo fratello nella religione o tuo simile per la creazione”. C’è un bel detto del saggio Luqman: “Forse c’è un fratello per te che tua madre non ha partorito”!
Qui, esalto il Documento sulla Fratellanza Umana firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Dr. Ahmed Al-Tayeb, nel 2019 ad Abu Dhabi. Non dimenticherò nemmeno ciò che Sua Eminenza il Grande Ayatollah Sayyid Ali al-Sistani ha detto nel dare il benvenuto a Papa Francesco in Iraq: “Noi siamo parte di voi, e voi siete parte di noi”, cioè siamo fratelli. Questa frase è veramente una fatwa (sentenza giuridica) che deve essere rispettata.
Vale la pena riflettere su questi punti. Dovrebbero essere studiati in profondità e i loro principi dovrebbero essere diffusi e consolidati al servizio dell’umanità e della religione.
La patria
La patria è una tenda sotto la quale i cittadini vivono come fratelli e come parte gli uni degli altri, e nessuno deve essere escluso o emarginato per sentirsi estraneo tra i suoi “fratelli”. La patria è la casa di tutti e in essa tutti hanno gli stessi diritti e doveri. Lo stato è un’entità morale che non ha religione (la religione appartiene agli individui), deve rassicurare la giustizia e l’uguaglianza in modo che tutti godano della piena cittadinanza. Questi principi sono sanciti nella natura umana e nelle religioni, e sono comuni a tutti.
Credo che non sia più possibile continuare nel modo tradizionale in cui siamo, che si incrocia con l’attuale realtà diversificata delle società, con i valori della fratellanza e della convivenza, e con il messaggio delle religioni nel diffondere amore, misericordia e tolleranza.
Da questo punto, è necessario riconsiderare e riformare alcuni vecchi concetti e alcune leggi per sbarazzarsi da interpretazioni estremiste e dannose. Cito, ad esempio, i crimini contro l’umanità di al-Qaeda e ISIS come risultato dell’accusa ai non musulmani di blasfemia e politeismo. Questo è un grande peccato per il quale Dio li giudicherà; così come l’islamizzazione dei minori per i cristiani quando uno dei genitori professa il suo Islam. Non è giusto!
Pertanto, dobbiamo rinnovare la mentalità, affrontare la modernità, essere aperti agli altri che sono nostri fratelli e concittadini, rispettare la loro fede, preservare la nostra diversità e unità, ed essere fedeli alla fede in Dio come fonte di fiducia e stabilità. A questo proposito, devo sottolineare l’importanza del grande ruolo delle autorità religiose nel rafforzare e diffondere la cultura della fratellanza, della pace e della convivenza.
In conclusione, cito un importante paragrafo del discorso del presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi all’Università di Al-Azhar il 7/1/2015: “Dico qui davanti ai leader religiosi e davanti agli esperti… Dovete uscire dalla vostra chiusura, guardare dall’esterno per avvicinarvi a un’ideologia veramente illuminata… Il mondo intero guarda le vostre parole, o venerabile Imam. Noi musulmani, dobbiamo cambiare la nostra visione del mondo. Solo allora avremo il diritto di chiedere agli altri di rispettare la nostra religione”.
Infine, credo che il “sogno di Dio” sia che tutti gli esseri umani vivano come fratelli e sorelle in grande gioia e felicità, e questo dovrebbe essere il sogno delle religioni e il sogno della gente comune, e tutti dovrebbero realizzarlo.